Arredi a scomparsa della letteratura contemporanea | Elle Decor

2022-08-20 03:14:56 By : Mr. Kison Wang

Multitasking o a scomparsa, il "design dell'improvvisazione" può trasformare un corridoio in una stanza (e viceversa)

Siamo a casa della scrittrice Veronica Raimo, che è voce narrante e protagonista della sua ultima pubblicazione (bellissima): Niente di vero. Il libro di successo targato Einaudi, recentemente uscito fra gli scaffali delle librerie, sintetizza in un racconto dissacrante, simpatico e amaro la vita familiare di un'autrice che ripercorre con minuzia una manciata di ricordi. A noi, ne interessa uno in particolare. "Non c'è una sola finestra a casa dei miei genitori da cui sia possibile buttarsi di sotto. Sono troppo piccole perché sono state tutte tagliate a metà. Mio padre aveva la smania di dividere le stanze, senza alcun motivo. Semplicemente ci costruiva dentro un muro. Costruiva muri nelle stanze, non si può dire in altro modo. Vivevamo in quattro in un appartamento di sessanta metri quadri dove era riuscito a ricavare tre camere da letto, una sala, una cucina, un tinello, una veranda e due bagni, più un lungo cunicolo soppalcato che correva lungo tutta la casa e abbassava il soffitto. Una persona particolarmente alta ci avrebbe sbattuto la testa, ma nessuno in famiglia aveva questo problema". Se una superficie di sessanta metri quadrati custodisce contemporaneamente tre locali differenti, vuol dire che tutti gli ambienti sono spazi risicati. O mutevoli. Nonostante l'immagine dei muri nelle stanze sia tanto incredibile quanto divertente, la scrittrice continua, aprendo le porte della sua cameretta. Una cameretta che non c'è. "Per un certo periodo della mia infanzia, la mia cameretta è esistita solo di notte. Di giorno tornava a essere un corridoio. La sera, quando dovevo andare a dormire, tiravo due porte a soffietto e buttavo giù un pezzo di muro che in realtà era un letto ribaltabile. La mattina spariva tutto, si cambiava scena. Si spostavano pannelli, si alzavano sipari". Ecco. Questa settimana ci siamo ispirati a un corridoio che sa diventare una stanza e una stanza che sa diventare un corridoio, per parlare del design multitasking. Sì, arredi scelti ad hoc per rispondere all'improvvisazione domestica, ce ne sono. E soddisfano l'abitare esigente, multifunzionale e veloce che condiziona la vita di tutti i giorni.

Sistema sedute Sosia di Emanuele Magini per Campeggi

Due poltrone, un divano, un lettino. Tutto questo, diventa il sistema sedute Sosia di Emanuele Magini per Campeggi. Sì, il maxi arredo multifunzionale materializza anche un proto-soggiorno - così come si legge sulla nota stampa ufficiale dell'oggetto di culto della casa mutevole. Avvolge per cullare il sonno e sostiene per essere fonte di relax, come un mobile a tre facce si adatta a più e diverse situazioni dell'abitare contemporaneo. Si tratta di un arredo tre-in-uno delle abitazioni moderne, sa vivere la quotidianità veloce a cui tutti gli abitanti sono chiamati a rispondere. Quando le sedute si aprono al living danno il benvenuto a chi le guardi, diventano l'espediente per allargare uno spazio che ha bisogno di essere vissuto nel comfort.

Sedia Piana di David Chipperfield per Alessi

Seduti comodì, sì, ma itineranti. Questo è il primo messaggio che la sedia pieghevole Piana di David Chipperfield, parte della collezione di Alessi, è in grado di trasmettere a chi ne guardi funzionalità e forma. In un concerto di linee squadrate e spezzate, addolcite da dettagli curvi e morbidi, il design si apre e si chiude rispettando le esigenze dell'abitare contemporaneo e celebrando, per sempre, una vita domestica in evoluzione. Per sempre, sì, perché questo lavoro di ricerca del designer britannico è fra i più iconici: Piana è famosa tanto quanto il suo disegnatore. Minimale nell'estetica, funzionale nel meccanismo, questa sedia pieghevole è anche facilmente accatastabile. Dentro casa, la sua energia risiede in una palette di colori cult: il nero, il bianco e il rosso.

Poltrona Jules di Sarah Willmart per Maison Dada

Poltrona di giorno e appendiabiti di notte. L'arredo multifunzionale Jules di Sarah Willmart, realizzato per il brand francese Maison Dada, recentemente sotto i riflettori alla fiera parigina Maison & Objet, reimmagina l'appendiabiti tradizionali e lo trasforma (anche) in una poltrona. Questa novità due-in-uno del design contemporaneo d'Oltralpe risponde alle esigenze di un abitare perennemente in evoluzione. Ma non si sottrae agli insegnamenti longevi dell'arredamento, che raccontano di una materialità a doppio tatto fra legno massiccio e tessuto di livello. Jules, liberata di un portamento che nella storia è appartenuto solo a stanze e ad abitazioni altolocate, oggi accompagna la quotidianità con disinvoltura e ricorda come le forme, a volte, possano essere interpretate con un mondo infinito di possibilità.

Tavolino apri-e-chiudi Cumano di Achille Castiglioni per Zanotta

Si apre e si chiude, facilmente. Così il tavolino pieghevole Cumano di Achille Castiglioni, progetto di casa Zanotta, porta nei confini domestici un arredo che sa scomparire se necessario e comparire all'occorrenza. Ma la sua struttura ha una storia. Disegnato nel 1978, Cumano arreda le abitazioni di tutto il mondo con una grazia che appartiene all'estetica parigina: sì, la sua forma rivisita il disegno del tavolino a tre gambe tipico dei bistrot della Ville Lumière. Nel ridisegnare questo pezzo d'autore, Achille Castiglioni ha concentrato tutte le sue energie sui dettagli (del resto, bisognava personalizzare il più possibile un arredo di utilizzo quotidiano dalle linee essenziali). Il particolare più interessante è senza dubbio il foro sul ripiano, che aggiunge alla possibilità di piegare il tavolino anche quella di appenderlo al muro.

Lampada Mayday di Konstantin Grcic per Flos

La lampada portatile Mayday di Konstantin Grcic per Flos è un apparecchio di illuminazione multiuso, adatto per gli interni e gli esterni della casa. Gancio e maniglia, insieme, definiscono i tratti più lampanti di un design pensato per accompagnare una situazione d'emergenza, improvvisata. Così, anche la sua accensione è prontamente facilitata - da tenere a portata di... dito. L'interruttore on-off, infatti, si trova intelligentemente posizionato sulla maniglia, che vanta anche la funzione avvolgicavo. La sorgente luminosa resta protetta - nell'idea del suo designer, anche dagli agenti atmosferici inaspettati - grazie a una capsula stagna trasparente che lascia intravedere il processo grazie al quale nasce la luce. Nell'ottica di una soluzione da accendere all'occorrenza, Mayday è una lampada facile da smontare che fa perno su un gioco di incastri.

La foto di apertura è tratta dall'articolo sul progetto City Approach. Rileggi la sua storia qui: www.elledecor.com/it/case/a38757631/city-approach-droo-londra/